lunedì 6 febbraio 2012

Ties That Bind

Cos'è la vita di un uomo se non la trama intessuta con i fili che lo legano ad altre trame, di pari complessità cromatica? Fin dal principio della nostra esistenza c’individuano come facenti parte di una "famiglia", forse il concetto astratto più concreto che l'uomo abbia mai concepito: un artificio dell'istinto di sopravvivenza umano, che difficilmente viene riscontrato nella natura selvaggia. E' consuetudine tra la popolazione animale che i "cuccioli" restino tali, e legati ai genitori, fintantoché necessitino protezione, ma dall'istante del raggiungimento dell'indipendenza, i fili che legavano le fiere si strappano e scompaiono, come impronte sulla sabbia allo sferzare del vento. Nel caso della specie umana questi legami crescono col passare del tempo, diventano solide funi che legano l'un l'altro la totalità degli individui su questa terra, pur anche quando il figlio abbia dato vita ad un suo nucleo familiare "indipendente" - indipendente è forse la parola meno adatta in questo discorso. Sono davvero così indissolubili questi legami? Famiglia, amici, amori, ci piace parlarne sempre all'infinito, dargli un’anima che profumi d'indissolubilità.
Ma i fili sono strutture con altissima resistenza a corto raggio, un filo lungo che debba unire due entità distanti può essere spezzato molto facilmente: curioso come gli oggetti che coinvolgiamo in questo tipo di similitudini si rivelino a volte molto più espressivi di quanto non ci aspettassimo. La distanza disfa i fili che ci legano l'un l'altro, per quanto forte crediamo un legame, dovremmo tener presente che questo esiste solo nella nostra testa, non c'è nulla di reale che ci costringa a qualcuno, e con la distanza tendiamo noi stessi a sciogliere i nodi che c'erano, spesso perché li riavvolgiamo intorno ad altri che ci ripagano con medesima moneta. Una volta compreso questo, perché continuare a sentirci costretti, nostro malgrado, ad altri? Dovremmo poter sentirci liberi da qualsivoglia ancora; eppure ci sono persone che sono il nostro polo inverso, a cui andiamo incontro come soggetti ad attrazione magnetica. E' in queste occasioni che mi stupisco della potenza della mente: essere ben consapevoli di qualcosa eppure esservi irrimediabilmente soggetti. Amore, la costrizione più forte eppure così piacevole, come fossimo legati ed imbavagliati, ma con nastri della più delicata e confortevole seta immaginabile; se si è provato amore almeno una volta, ci troveremo ad indossare le catene più pesanti mai forgiate, rincorreremo di continuo quell'immagine, per sfocata che sia; alcune persone si danno agli "appuntamenti compulsivi" sperando di aumentare le probabilità di riavvolgersi nella seta. Ma due persone sono come tessere di un mosaico, e provare tutti i possibili accostamenti non darà mai il risultato sperato, solo una sapiente giustapposizione dà forma ad una figura di senso compiuto.
Siamo umani e quindi commettiamo errori, ma più i legami sono forti, più gli sbagli stringono il cappio delle corde, provocandoci dolore; l'algebra del mutuo amore è davvero strana: il risultato è dato da una somma d'errori, ma esso è di grandi dimensioni se i fattori della sommatoria sono pochi. Sapendo che non c'è niente di concreto, che è tutto nella nostra mente, per forte che sia, perché allora gettarsi senza esitazioni nella tela di questo ragno?
Perché la sensazione della seta a contatto con la pelle è davvero senza pari.