domenica 15 maggio 2011

Pausa Lunga

...così viene scritto nei copioni degli attori, con questa coppia sostantivo-aggettivo, magari solo protetta dalla labile barriera di due parentesi (pausa lunga), o da quella più marcata dei trattini -pausa lunga-, si vuole indicare l'esigenza di un momento di stop, di riposo; magari il riposo dell'attore stesso che dopo una riflessione più o meno lunga respira, e conclude; o ancora il personaggio fittizio che la compie quella riflessione, in quel momento, quando l'attore che gli da voce arriva a vedere "pausa lunga", ha la possibilità di prendersi un attimo solo con se stesso e tirare le somme di ciò di cui è andato discorrendo fino al "pausa lunga"; e il pubblico? Anche per il pubblico c'è bisogno di riposo, Dio sa come l'attenzione scemi sotto le sferzate dei soliloqui, fiumi in piena di parole che attraversano la quarta parete e straripano sul pubblico, inerme e comodamente(?) seduto: ed allora eccola lì, strategica come un presidio su un ponte, "pausa lunga", e tutti respirano...nessuno lo dice, ma è come se tutti, attore, personaggio e pubblico, in coro esclamassero "aaaaaaaaaah", così liberatorio dalla tensione accumulata fin lì.
E noi che non abbiamo un copione? Non abbiamo sceneggiatori che ci scrivano quando prenderci una "pausa lunga", né un regista che ci spieghi se quella che ci prendiamo è lunga abbastanza o troppo...e allora succede che l'esigenza ci trasformi, da interpreti quali siamo della nostra vita, dobbiamo anche farne gli sceneggiatori, e i registi; e funziona? Che domande, ma è ovvio, no che non funziona, senza separazione dei ruoli, niente funziona. Sommersi come siamo dagli impegni, dalle cose "da fare" finiamo per scrivere "pausa lunga" solo ed esclusivamente sulle cose che vogliamo fare, ci prendiamo riposo dal riposo invece che dall'impegno, ed è così che il lavoro, lo studio e quant'altro occupano tutto il copione, mai una parentesi o un trattino che ci facciano sperare nel respiro...e allora, una volta a casa, ormai a fine pagina capiamo di non aver mai scritto il "pausa lunga", ma lo sappiamo necessario, quindi solleviamo stanchi la penna e...ed eccolo lì nel posto sbagliato al momento sbagliato; e così mettiamo in pausa il recitare, spesso direttamente fino alla pagina successiva che vediamo preoccupantemente bianca, e allora la "pausa lunga" termina, ci rimettiamo a scrivere, a recitare quello che scriviamo, ripromettendoci di mettere in maniera più adeguata, più strategica il "pausa lunga" (non ci riusciremo spesso). Arrivando ancora a fine pagina constatiamo la desolante assenza di parentesi e trattini? "La prossima la scrivo diversa" e invece no, se non uguale sarà simile, con casuali sprazzi d’originalità, credendo di avere sempre tempo e spazio per scrivere "pausa lunga", non pensando che con le pagine che scorrono la rappresentazione volge al termine...e si corre il grosso rischio di scrivere davvero una pessima trama.